Blue Sky e IpCart: due storie d’eccellenza nel cuore della Puglia

Stories of excellence

Due aziende, un solo family business: IpCart e Blue Sky sono eccellenze italiane nel settore del tissue, nate nel cuore della Puglia e cresciute costruendo il proprio successo sull’attenzione al cliente. In questa intervista, il CEO Vito Ippedico racconta la storia di queste due realtà e di come la tecnologia OMET abbia giocato un ruolo chiave nel loro processo di crescita.

Quando, dove e da chi è stata fondata la vostra azienda?
IpCart è nata nel 2000, BlueSky nel 2008 come ramo d’azienda della prima per gestire l’omonimo marchio. Le due aziende hanno la medesima compagine sociale composta da me, amministratore, mio cognato Raffaele Carlucci amministratore (aggiungere) e mia sorella Matilde Ippedico.

Entrambe le aziende lavorano nel settore del tissue, come sono organizzate?
IpCart si occupa di progettazione e produzione di articoli personalizzati monouso per ristorazione e torrefazione come tovaglioli, sacchetti in carta, bicchieri, palette, porta posate e molto altro ancora. Offre un servizio su misura a clienti con i quali ha costruito rapporti di fiducia a lungo termine grazie alla puntualità, serietà e qualità del proprio servizio. Gli stessi valori hanno condotto al successo anche la BlueSky, che produce tovaglioli di tutti i formati (monovelo, doppiovelo, di varie altezze e colore) carta igienica e asciugatutto per casa e uso professionale. (eliminare)

Come siete posizionati sul mercato oggi?
Tra i nostri clienti ci sono aziende della ristorazione, centri balneari e compagnie di navigazione aerea e marittima. IpCart ha un mercato prevalentemente italiano e una piccola parte di mercato estero, BlueSky è soprattutto presente al Centro Sud (Sicilia, Calabria, Campania e Puglia) più qualche cliente al Nord.

Quante macchine OMET avete?
In totale abbiamo 11 linee OMET: 7 in Ippcart e 4 in BlueSky. Sono tutte macchine acquistate da OMET dal 2000 in poi. Le ultime due sono state comprate a inizio 2023 come IpCart e nel 2022 come BlueSky.

Siete soddisfatti delle performance delle macchine?
Non possiamo fare paragoni sulle performance delle macchine perché abbiamo solo OMET. Ma lavorando nel mondo del piegato da diversi anni, abbiamo visto diversi concorrenti: tuttavia non ci vorremmo minimamente spostare perché come capacità produttiva e bontà del prodotto non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema. OMET ci è sempre stata vicina.

Su che tecnologia avete puntato per le ultime macchine?
Stiamo puntando alla tecnologia 4.0: vogliamo che tutte le macchine siano collegate da remoto, per poterle gestire con maggior flessibilità e, in caso di necessità, poterci interfacciare con il service OMET che secondo noi è il numero uno. Sempre disponibile e attento ai minimi particolari.

Cosa apprezzate di più nelle macchine OMET?
Il servizio. È sempre preciso, puntuale e veloce. In questo settore, come in altri, il servizio e la velocità di risposta sono elementi decisivi per i clienti, sono quelli che fanno la differenza. Se spendi 100mila euro in meno nell’acquisto di una linea, ma il fornitore non ha un service affidabile e ti trovi bloccato nella produzione, non serve a niente aver risparmiato quei soldi.

Com’è cresciuto il vostro business dall’inizio ai giorni nostri?
Siamo nati in un capannone di 800 metri con una sola linea di tovaglioli bar. Entro il 2008, anno in cui abbiamo diviso le due aziende, siamo cresciuti esponenzialmente. Oggi la voglia di crescere continua ad esserci e riceve nuova linfa dai nostri figli che si stanno avvicinando all’azienda.

Che dimensioni avete oggi?
Attualmente abbiamo raggiunto – con entrambe le aziende – un fatturato di 10 milioni di euro e una quarantina di dipendenti. IpCart ha un capannone di 7mila metri quadrati e Bluesky di 4mila. Stiamo progettando la costruzione di un altro capannone di 5mila metri quadrati che sarà ultimato entro il 2025. Vogliamo continuare a investire nel piegato e abbiamo bisogno di spazio, è un prodotto voluminoso e ci serve copertura. Sicuramente quando avremo maggiore spazio investiremo in nuovi macchinari.

La difficile situazione economica degli ultimi anni vi ha creato difficoltà? Come vedete il futuro?
Dato che ci rivolgiamo al settore Horeca, pesantemente penalizzato durante il periodo Covid, non nego che abbiamo sofferto un po’. Ma siamo sempre stati positivi e ora posso affermare che ci siamo ripresi e tutto è tornato alla normalità. Sul mercato riscontriamo molto interesse verso i nostri prodotti, quindi le prospettive sono buone.

 

 

 

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